Skip to main content

AUTONOMIA DIFFERENZIATA REGIONI

 

AUTONOMIA DIFFERENZIATA REGIONALE

Seduta del 23 gennaio 2024 il Senato approva il disegno di legge  d’iniziativa governativa, collegato alla manovra, sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario.

Il disegno di legge C: fa seguito agli artt. 116 e 117 della Costituzione.

La proposta nasce dal Ministro Calderoli ed e’ stata presa in carico dall’attuale Governo.

CHE COSA E’?

NON E’ ALTRO CHE IL RICONOSCIMENTO DA PARTE DELLO STATO, ALLE REGIONE CHE ATTUALMENTE SONO IN REGIME ORDINARIO.

SU COSA?

SU MATERIE DI COMPETENZA CONCORRENZIALE

Su  CASI FONDAMENTALI – ATTULAMENTE DI COMPETENZA DELLO STATO

Nella proposta di legge Le regioni possono trattenere il gettito fiscale che non sarebbe piu’ distribuito.

Affinche’ questo avvenga senza sperequazioni o divari si devono individuare i Livelli essenziali di prestazione (LEP)

Oltre a questo e’ necessario stabilire  come dovranno muoversi gli Enti Locali in base alle funzioni fondamentali attribuitegli.

Segue quindi il negoziato tra Governo e Regioni per la definizione di uno schema d’intesa preliminare.

Lo schema d’intesa preliminare tra Stato e regione, corredato da relazione tecnica e’ approvato dal consiglio dei ministri .Poi trasmesso ai rami del Parlamento per la discussione e approvazione.

Il Parlamento si esprime sugli atti di indirizzo. Gli atti di indirizzo possono essere rifiutati o modificati.

Alla luce di questo il Presidente del Consiglio o il Ministro predispongono lo schema definitivo ove necessario alla luce di un ulteriore negoziato.

RILIEVO: C’E’ PERO’ GRANDE DIFFERENZA ECONOMICA E SOCIALE TRA REGIONI.

PER QUESTO LA VOTAZIONE HA VISTO A FAVORE LE REGIONI DEL NORD e

CONTRARIE LE REGIONI DEL SUD E L’EMILIA ROMAGNA.A

A FAVORE: in generale si tratta di una presa di posizione  a carattere economico. Non e’ cosi’ vero, basti pensare che una Regione come la Lombardia, all’avanguardia per quanto riguarda la sanita’ ha avuto lacune profonde nella gestione della Pandemia.

Quindi si tratta anche di una questione di organizzazione.

Chi e’ a favore sostiene che gran parte del gettito fiscale si traduca automaticamente in maggiore efficienza e avvicinerebbe i “Centri di spesa” .

Piu’ stretto e’ il rapporto tra chi spende e i beneficiari determinerebbe meno sprechi ed una spesa piu’ efficace.

Il precedente metro di valutazione per il trasferimento Stato Regioni era basato sullo storico delle spesa

Quindi poteva succedere che ci fossero trasferimenti piu’ importanti a chi aveva speso di piu’ ma non necessariamente avesse ottenuto risultati efficienti.

Ora si vorrebbe standardizzare la spesa dei livelli essenziali, appunto i LEP.

 

CONTRARI

I contrari sotengono che ci sara’ una sottrazione ingente di risorse alla collettivita’ nazionale e avverra’ una disarticolazione dei servizi.

Servizi, come Trasporti, distribuzione energetica, sanita’ e Istruzione dovrebbero avere una struttura unitaria a carattere Nazionale.

Si profilerebbe la violazione del principio di solidarieta economica e sociale contenuto nella Costituzione.

Aumenterebbe la disuguaglianza tra Nord e sud.

Sarebbe l’avvio della frantumazione del patto sociale che tiene unita’ L’Italia.

L’economista Paolo Balduzzi afferma che attualmente non esisterebbe un criterio tecnico ed economico che permetta di stabilire se una regione sia in grado di fare meglio dello Stato.

Necessita quindi una misurazione oggettiva dei risultati storici delle varie regioni e nelle diverse materie.

Nino Cartabellotta sostiene che questa autonomia differenziata, sarebbe “UN COLPO DI GRAZIA” AL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE.

Cio’ aumenterebbe il divario tra Nord e Sud, implementando le disuguaglianze contravvenendo al principio di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla Tutela alla Salute.

TRASPORTI – A FAVORE: Efficienza nel realizzare infrastrutture garantendo maggiori servizi.

CONTRAREI. I TRSPORTI DEGLI ENTI LOCALI SAREBBERO QUELLI PIU’ CRITICATI DAI CITTADINI IN QUANTO AD EFFICIENZA.

Sorgerebbero problemi per quei centri urbani che si trovano in una regione ma ruotano o sono strettamente collegati a citta’/capoluoghi situati in altre citta’ e in regioni diverse.

Esempio Verona (Veneto) che ruota molto attorno a Milano (Lombardia).

Terni o Grosseto molto piu’ legati a Roma.

Nascerebbe poi il problema dei cittadini residenti in una regione ma domiciliati in altre e una serie di problematiche tecniche non di poca imprtanza.

Lavoro e istruzione:Potrebbe innestarsi un processo separatista di difficile risoluzione, basti pensare in ambito scolastico a Programmi che non sono piu’ Ministeriali ma di competenza delle regioni che potrebbero avantaggiare alcune materie rispetto ad altre.

Vediamo come questa autonomia differenziata sia riferibile e diritti Civili e sociali, che andrebbero garantiti equamente sul territorio Nazionale.

Tutto cio’ va a toccare i cardini fondanti del nostro manifesto.